Metoché nasce intorno al 2018 da amicizie, voglia di fare, interessi artistici comuni e necessità burocratiche. Nasce da confluenze di precedenti progetti e si forma come associazione culturale in seguito all’assegnazione della gestione di uno spazio condiviso con altre 11 associazioni culturali, successivamente battezzato come DAS –Dispositivo Arti Sperimentali. Ci eravamo candidati come gruppo informale che, nel momento dell’assegnazione dello spazio, si è scisso e ha portato alla nascita di Metoché. Di fatto Metoché – al di là delle vicissitudini che hanno portato alla sua nascita – non ha e non ha avuto mai un organico o dei ruoli fissi e stabili, piuttosto è sempre animata e organizzata da persone che vi partecipano in periodi diversi a intensità variabile.
Metoché significa letteralmente condivisione in greco antico, si tratta di una translitterazione attraverso cui vogliamo connettere un’antica necessità con le esigenze della nostra contemporaneità. Il gruppo nasce quindi da tali presupposti e non per l’interesse nei confronti delle dinamiche burocratiche e associative: stiamo bene per prossimità a seconda del periodo e delle geografie: abbiamo voglia di portare arte, artisti ed eventi che altrimenti non si vedrebbero in un certo territorio. Più che l’indipendenza ci interessa muoverci in modo alternativo nel senso più ampio del termine e ci siamo formalizzati in associazione culturale per avere la possibilità di perseguire e presentare la nostra attitudine all’interno di uno spazio fisico, di fronte a un pubblico.
Creiamo e condividiamo format e, parallelamente, ci piace l’idea di ricondividere, o meglio “repostare” eventi e format creati da altri, seguendo la logica di presentare alternative rispetto a ciò a cui siamo abituati o, addirittura, nella migliore delle ipotesi, di mostrare ciò
che ancora non c’è o non è ancora arrivato in un certo luogo.
Abbiamo proposto i nostri primi format negli spazi di DAS.
Termos consiste in concerti mattutini, live performance di musica sperimentale e colazioni a base di tè e dolci medio orientali che cominciavano la domenica intorno alle 11:00. È possibile ascoltare alcuni live nella nostra pagina Bandcamp.
Mock Jungle è invece un progetto di videoarte che si è svolto in differenti schermi posizionati in differenti luoghi nel corso degli anni, in modo tale che potessero essere visti liberamente dai cittadini, dai passanti. Mock Jungle nasce come schermo che intende
portare l’arte nella quotidianità e per mostrare contenuti che andassero oltre la mera comunicazione o pubblicità. Il primo schermo si trovava a DAS, ma nel giro di meno di un anno ci è stato rubato e quindi, grazie a una campagna crowdfunding realizzata in collaborazione con la fanzine Panopticon – che ha pubblicato un piccolo catalogo di Mock Jungle –, siamo riusciti a riacquistare un nuovo schermo e, in accordo con il Comune di Bologna, a posizionarlo all’interno della cappella sconsacrata di Santa Maria dei Carcerati, in Piazza Nettuno, nel pieno centro per circa 2 anni. Abbiamo lavorato con più di 150 artisti e decine di curatori. Nel gennaio del 2023 ci è stato chiesto di mettere in pausa Mock Jungle per dare spazio anche ad altri progetti artistici. Trattandosi di spazio pubblico ci è sembrato più che opportuno cedere il passo ad altrɜ, per cui siamo da circa un anno alla
ricerca di un nuovo luogo in cui proseguire le nostre trasmissioni.
Per quanto riguarda più esplicitamente l’attività di repostare, nel 2019, sempre a DAS, abbiamo organizzato la prima edizione italiana di The Internet Yahmi-Ichi, letteralmente “mercato nero dell’internet”, format giapponese del collettivo artistico IDPW che consiste in
un vero e proprio mercato che ha lo scopo di far materializzare in real life contenuti, cose e situazioni appartenenti al mondo digitale.
Come si potrà intuire, le nostre attività non hanno una continuità o un calendario prevedibile: entriamo in gioco solo quando nasce in noi la sensazione condivisa di dover mostrare/presentare qualcosa.
Il nostro gruppo non è necessariamente legato a specifiche geografie, anzi, spesso lɜ componentɜ di Metoché agiscono da coordinate differenti. Siamo nomadi e cerchiamo, con tanta volontà e limitatissime forze economiche, di arricchire i luoghi in cui approdiamo portando punti di vista e pratiche alternative, ambiguità e dubbi.