…dall’inizio o dalla fine? C’è sempre qualcosa di drammatico e poetico nella fine. Eppure tenterò di non annoiarvi troppo sui come e sui perché della nostra genesi necessariamente indipendendente: Maison Ventidue nasce in una casa in via Indipendenza 22 a Bologna nel 2014. Qui svelato il primo e inquietante mistero della faccenda, che nella pratica dell’agire indipendente ha visto come unica via l’agire, cioè il fare spudorato e autentico dei bambini, il gioco, il tentativo e l’errore senza aspettative, senza un copione. Il come lo abbiamo affinato e compreso nel tempo. Maison Ventidue nasce con un’azione spontanea di apertura agli altri e la disponibilità di condividere il fatto artistico/culturale in un luogo atipico e al tempo stesso stereotipico ed esatto come la casa.
La casa, fuori dalle regole e dal ritmo degli spazi convenzionalmente riferiti ai linguaggi dell’arte: museo, teatro, sala concerto, è stata il topic della ricerca. Il limite relazionale e spaziale propri dell’ambiente domestico, la creatività, il pensiero, l’immaginazione, il processo artistico, lo storytelling e il pubblico hanno caratterizzato le esperienze artistiche in uno spazio distintivo fortemente anatomico e destinato all’abitare. Scongiurando fin da subito l’effetto salotto bene e/o festa privata, abbiamo operato affinando modalità di riconoscimento della relazione dono-contro dono con il pubblico; ogni spettacolo aveva un gift realizzato a mano, consegnato all’uscita dell’esperienza come simbolo e testimonianza dell’incontro. La cura verso il pubblico è sempre stata una prerogativa molto importante nel nostro agire, dal dono di cui sopra all’invito cartaceo in forma di lettera scritta a mano e recapitata personalmente agli operatori della città che si voleva invitare.
Diventati associazione abbiamo introdotto il tesseramento annuale e al contempo abbiamo attivato processi di progettazione culturale con enti pubblici a supporto della produzione artistica attraverso le residenze. Abbiamo collaborato in rete con altre realtà per concorsi di idee e di co-progettazione in ambito culturale.
A questo punto vorrei avvertire gli appassionati lettori di spazi d’arte che questa semplice missiva non intende catalogare le opere, né può citare gli innumerevoli artisti, veri protagonisti appassionati, originali e sensibili che in anni di artivismo e studio della soglia, hanno clusterizzato la forma e l’impronta Maison Ventidue.
Una casa viva, dinamica e pulsante, esplorata fin da subito con il corpo, la danza e il teatro. Al 4 piano di via Indipendenza 22: una casa che si attraversa, recitava qualcuno all’ingresso. Curiosi, appassionati d’arte, conoscenti, stranieri, con prenotazione e posti limitati necessariamente ante Covid.
Gli spazi erano suddivisi con proporzioni ben organizzate, l’andamento nello spazio poteva essere circolare e aperto, oppure segmentato, chiuso a celle, costretto. Dentro le nicchie e gli anfratti della quotidianità, fuori dalla sacralità della casa, e dell’io e del sé, avveniva l’incontro tra artista, opera e pubblico.
La musica ha regalato momenti indimenticabili, videoclip, registrazioni di live e secret concert. Le esposizioni hanno spesso sorpreso con installazioni e performance giocate sul limite dello spazio domestico, da uno a più spettatori. Siamo nati con l’intento di divertirci, supportare artisti e condividere riflessioni su temi per noi significativi e che in qualche modo quella casa del quarto quasi ultimo piano, senza ascensore e con un sotterraneo famoso sul Carlino, ha suggerito. Abbiamo collaborato con molte realtà e prodotto degli studi #Homemade sull’abitare e poi…un bel giorno..uscimmo a riveder le strade. Era il 2019.
In via Miramonte 4-6, quartiere Santo Stefano l’Associazione Maison Ventidue veste e interpreta L’Appartamento: uno spazio doppio, palindromo al piano terra. Due ingressi attigui, una corte interna come a collegare le due sale quadrate e adiacenti. Il movimento de L’Appartamento è un movimento circolare, si entra e si esce nella forma di U, L o di due singole I. Uno spazio dunque fluido, temporaneo, one shot. Un esperimento ibrido, artistico e sociale, una ipotesi futuribile di presidio artistico di quartiere, un filtro per rintracciare desideri, progetti e artisti, per creare connessioni con il territorio. Scomodo, intermittente, noise, esuberante, L’Appartamento ha realizzato progetti di cinema, sperimentazione sonora, teatro, performance e arti visive fino al 2022.
Alla fin fine si inizia dall’inizio per finire e definire la fine di un ciclo esplorativo che ha visto la casa/appartamento al centro della riflessione e della ricerca Maison Ventidue. Se la domanda sull’attualità desta ancora qualche ultimissimo prezioso cenno di curiosità e attenzione nel lettore, terminerei con l’idea di trasformazione in atto. Un’entità gassosa si aggira nell’universo degli spazi d’arte, un’entità senza una forma ben definita e che per questo può assumere qualsiasi forma. Un’entità eterica che favorisce la comunicazione che connette e mette in relazione curatori, artisti, spazi e progetti. Questa è l’idea di futuro e l’eredità Maison Ventidue interna alla rete K.I.N.
Mariarosa Lamanna